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Volontariato e sanità, un’alleanza che cura: l’esperienza di Borgomanero

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Nel cuore del Piemonte, a Borgomanero, esiste un modello di sanità che integra il lavoro delle istituzioni pubbliche con l’energia e l’umanità del terzo settore. A raccontarlo è la dottoressa Incoronata Romaniello, direttrice della Struttura Complessa di Oncologia dell’Ospedale di Borgomanero (ASL Novara) e Responsabile del Centro Accoglienza e Servizi (CAS). È inoltre fondatrice e presidente dell’associazione Mimosa – Amici del Day Hospital Oncologico.

«Il volontariato non è un anello mancante, ma un vero valore aggiunto all’interno dei percorsi di cura», afferma la dottoressa, con la voce di chi ha vissuto ogni giorno accanto ai propri pazienti, condividendone paure, speranze e difficoltà quotidiane.

Fondata nel 2004, l’associazione Mimosa nasce da un’idea precisa: offrire un supporto integrato, in grado di colmare quei vuoti che spesso la sanità pubblica, pur con tutte le sue risorse, non riesce a coprire. Si tratta di bisogni pratici, psicologici e sociali, che diventano essenziali per affrontare con dignità e umanità il lungo cammino delle terapie oncologiche.

Il progetto Protezione Famiglie Fragili

Dottoressa Incoronata Romaniello, direttrice della Struttura Complessa di Oncologia dell’Ospedale di Borgomanero (ASL Novara), Responsabile del Centro Accoglienza e Servizi (CAS), fondatrice e presidente dell’associazione Mimosa – Amici del Day Hospital Oncologico

Tra le esperienze più recenti e significative c’è il progetto “Protezione Famiglie Fragili”, promosso dalla Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta. Un’iniziativa pensata per sostenere i nuclei familiari già colpiti da fragilità socio-economiche, che si trovano ad affrontare anche una diagnosi di tumore.

«Abbiamo creato una mini équipe composta da medico, infermiere, psicologo, assistente sociale e rappresentante del volontariato. Insieme, valutiamo i bisogni della famiglia e costruiamo un piano personalizzato», spiega Romaniello.

Dal pagamento delle bollette, all’accompagnamento alle visite, dai buoni spesa al supporto psicologico, fino alla gestione dei figli in caso di pazienti molto giovani: ogni dettaglio viene preso in carico grazie a una rete di associazioni coordinate dall’ASL e dall’associazione Mimosa.

Un esempio concreto? «La storia di una famiglia con madre gravemente malata e padre lavoratore unico – ricorda Romaniello – Mimosa ha sostenuto i costi della scuola privata per garantire ai figli una copertura oraria adeguata, mentre i volontari hanno gestito il doposcuola. Un supporto che è proseguito anche nel lutto, con assistenza psicologica e aiuti burocratici».

“Non curiamo i tumori. Curiamo persone con un tumore.”

Per la dottoressa Romaniello, il volontariato non è una missione parallela alla medicina, ma ne è parte integrante. Non esistono compartimenti stagni: «Sono volontaria da sempre, ben prima di diventare medico. Il volontariato ti insegna a non dire ‘non è compito mio’, ma ‘mi informo e le faccio sapere».

Una visione che ha trasmesso anche al personale della struttura: «Il tempo dedicato all’ascolto è tempo di cura – marca la dottoressa -. Non possiamo limitarci al dato clinico. I pazienti hanno bisogno di sentirsi visti, accolti e tutelati.»

Guardare al futuro: più sinergia per affrontare la crisi sanitaria

In un contesto di crescente difficoltà per la sanità pubblica, la dottoressa Romaniello lancia un messaggio chiaro: «Serve più apertura da parte delle istituzioni nei confronti del terzo settore. Il volontariato è una risorsa preziosa, non un intralcio. Bisogna fare rete.»

Il progetto “Protezione Famiglie Fragili”, che all’inizio sembrava un’impresa impossibile, si è rivelato invece un esempio virtuoso di collaborazione. «Coinvolgendo le altre associazioni del territorio, ciascuna per le sue competenze, siamo riusciti a offrire un supporto che nessuno, da solo, avrebbe potuto garantire.»

L’iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) rappresenta oggi anche una garanzia di affidabilità per le associazioni che vogliono collaborare con il pubblico. Una strada che, secondo Romaniello, va percorsa con coraggio e determinazione.

Un impegno di volontariato che cresce

volontariato e sanità

L’associazione Mimosa continua a crescere, forte della sua vocazione di servizio. Oltre al supporto ai pazienti oncologici, promuove sul territorio iniziative aperte a tutta la cittadinanza, con attività di prevenzione oncologica e promozione della salute.

In partenza, anche un progetto simbolico e coinvolgente: una squadra di “Dragon Boat” composta da donne operate di tumore al seno, che inizierà a remare insieme sul lago d’Orta.

Un altro modo per stare accanto alle pazienti, unendo movimento, condivisione e rinascita.«Il nostro sito è www.associazionemimosa.it. Abbiamo anche una pagina Facebook e un canale WhatsApp dove restare aggiornati. Basta iscriversi alla newsletter gratuita per ricevere tutte le informazioni.»

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