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Grasso: tutte le sue potenzialità

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«Le possibilità di utilizzo del grasso sono sempre più incoraggianti». Il professor Alessandro Innocenti dell’Università di Firenze e medico specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica sottolinea le numerose capacità rigenerative del grasso a partire dal lipofilling.

Per ricostruire si inizia dal grasso

Il professor Alessandro Innocenti dell’Università di Firenze e medico specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica

«Il lipofilling mammario è un intervento per rimuovere le adiposità localizzate – spiega il professore – e permette di riutilizzare il grasso prelevato». È possibile quindi trasferirlo da un’area donatrice a una ricevente effettuando un intervento con uno scopo volumizzante. Una volta prelevato il tessuto adiposo viene centrifugato per separare la fase ematica da quella oleosa che non può essere re-iniettata, perché potrebbe causare reazioni flogistiche molto intense all’interno del tessuto. 

«Gli accumuli vengono distribuiti in linee multistrato in modo da circondare l’area da un tessuto vitale a 360° – continua Innocenti – perché il lipofilling è un innesto a tutti gli effetti».

Infatti, il grasso è un’unità vivente e necessita di innescare delle connessioni vascolari con l’area ricevente.

«Il processo di vascolarizzazione dura circa 15 giorni – spiega Innocenti – ed è importante evitare grossi movimenti». In questo caso le trazioni potrebbero rompere i vasi di sangue, compromettendo il risultato dell’intervento. 

«Come tutti gli interventi c’è un rovescio della medaglia» precisa Innocenti, perché si possono verificare cisti oleose che danno vita a un granuloma. Si è anche ipotizzato che l’utilizzo del grasso possa interferire con la biologia di un tumore, di natura aggressivo e attivo. «I dati scientifici scoraggiano questo timore – spiega il professore – perché non sembra ci siano motivazioni per cui questa tecnica debba essere esclusa».

Grasso: una seconda pelle

Il grasso ha anche una proprietà rigenerante. «Aiuta le persone ustionate a rigenerare la cute lesionata che è diventata sclerotica e secca». Nelle regioni dotate di grande mimica la lesione può interferire, in maniera sensibile, con le funzionalità delle parti colpite. Per risolvere questo problema si utilizza il grasso che ammorbidisce sorprendentemente la pelle. 

«Il grasso ha una grande potenzialità antigenica – continua Innocenti – quindi non può essere donato». Solo in casi di emergenza può essere donato: ad esempio nei grandi ustionati che hanno un sistema immunitario gravemente compromesso.

«È possibile, tuttavia, conservare il grasso per l’autotrapianto presso le apposite banche» precisa Innocenti.

Le proprietà del grasso sono oggetto di studio da oltre trent’anni anche se, ad oggi, si utilizza solo una piccola parte delle sue capacità. «Man mano che impariamo a conoscere le potenzialità e le possibilità di utilizzo –  conclude Innocenti – notiamo aspetti sempre più incoraggianti e differenziati».

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