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Biganzoli, il paziente al centro della cura

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«Mettere il paziente al centro della cura vuol dire rendere il paziente un attore del processo di cura e di trattamento»

Una malattia impegnativa come il cancro richiede una cura specifica, che sia per di più inserita in un percorso molto diverso da quello di altre malattie. Per questo, oltre ai progressi tecnologici e medici, c’è bisogno di un vero e proprio approccio più “umano” verso la cura del tumore, dato che è dimostrato che ciò rende le persone più tranquille e aumenta le probabilità di guarigione: esempio lampante sono le Breast Unit.

La dottoressa Laura Biganzoli è una figura di spicco nel panorama medico italiano. Attualmente è direttrice della struttura complessa di oncologia medica dell’ospedale di Prato e coordinatrice del centro di senologia della stessa struttura, e spiega in che modo dovrebbe cambiare il paradigma della cura del cancro.

Il paziente al centro del percorso

Dottoressa Laura Biganzoli, direttrice della struttura complessa di oncologia medica dell’ospedale di Prato e coordinatrice del centro di senologia della stessa struttura

Per la dottoressa, parlare di “paziente” piuttosto che di “malattia” è essenziale. «Mi riferisco a una persona per la quale io mi occupo non soltanto del trattamento specifico del tumore, ma mi occupo anche poi della complessità che un tumore e un trattamento possono generare nella vita del paziente, quali ad esempio sintomi, effetti collaterali anche a lungo termine» afferma Biganzoli.

È stato infatti provato che le Breast Unit, ovvero cliniche multidisciplinari con professionisti diversi e dove la comunicazione con le pazienti affette da tumore alla mammella è primaria, aumentano sensibilmente la percentuale di guarigione delle donne, riducendo anche le probabilità di ricaduta. «Un team multidisciplinare può garantire alla paziente tutto il necessario per essere accompagnata durante il percorso diagnostico e terapeutico». 

Questo nuovo paradigma mette in discussione la vecchia scuola che prevedeva trattamenti oncologici standard per ogni paziente, proponendo invece una tecnica innovativa con risultati molto più promettenti. «Mettere il paziente al centro della cura vuol dire rendere il paziente un attore del processo di cura e di trattamento» continua. 

Una ricerca innovativa

Anche nel campo della ricerca, Biganzoli si concentra molto sul rapporto paziente-medico e sul rendere diagnosi e terapie il più semplici possibile, sia per le giovani donne sia per le pazienti più anziane. «Stiamo sviluppando il campo dei trattamenti personalizzati,» spiega, «e quindi stiamo cercando di capire meglio come possono funzionare ed essere attivi certi farmaci in determinate condizioni, andando a studiare la biologia del tumore».

In particolare, il suo gruppo di ricerca si sta focalizzando su biopsie liquide come alternativa meno invasiva alle biopsie del tessuto. «In particolare c’è un marcatore TKA che il nostro centro sta sviluppando come possibile predittore di risposta all’ormonoterapia» dice la dottoressa, evidenziando i vantaggi di una biopsia meno invasiva e dispendiosa.

La dottoressa Biganzoli inoltre pone particolare enfasi anche sul trattamento del tumore alla mammella metastatico, e non solo su quello precoce. «ll grosso shift degli ultimi anni è stato quello di focalizzarsi anche su questa fase più avanzata del tumore della mammella» spiega Biganzoli. «Insieme a Fatima Cardoso abbiamo pubblicato un primo articolo sugli indicatori di qualità per il trattamento del tumore della mammella metastatico» afferma con orgoglio, sottolineando l’importanza di dare attenzione anche a questo sottogruppo di pazienti.

Eventi futuri e ricerca

Per quanto riguarda gli eventi futuri, la dottoressa Biganzoli anticipa: «Il 5 e il 6 ottobre terremo la settima edizione del nostro corso, focalizzato sul trattamento del tumore della mammella nella paziente anziana». Questo evento, ormai consolidato negli anni, prevede un contributo multidisciplinare da parte di vari professionisti: oncologi, radiologi, chirurghi e anche geriatri si incontrano per trovare l’approccio migliore per contrastare il tumore in ogni suo stadio.

«Nell’oncologia geriatrica sono stata un po’ una pioniera: c’è stato tutto un percorso sullo studio di farmaci nella paziente anziana per cercare di identificare il dosaggio ideale da poter utilizzare, fino a studi di metodologia clinica e il ruolo della valutazione geriatrica nella cura» conclude con orgoglio la dottoressa.

Il lavoro di Laura Biganzoli rappresenta un passo importante nella cura olistica del cancro al seno. La sua attenzione al benessere complessivo del paziente e il suo impegno nella ricerca clinica prospettano una nuova era nella qualità dei centri per il trattamento del tumore.

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