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Gravidanza

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La gravidanza è un momento importante per la vita di una donna. Quando si affronta questo periodo bisogna avere consapevolezza di ciò che può accadere e affidarsi a professionisti capaci di accompagnare le future mamme in questo percorso. 

Il corpo della donna cambia non solo durante il periodo di gestazione: il seno dopo l’allattamento può perdere tonicità, talvolta si mantengono le rotondità della gravidanza creando nella donna una difficoltà nell’accettarsi, alcune volte lo sforzo del parto può generare disturbi che permangono anche dopo un anno dal parto. Spesso la chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva viene in aiuto per correggere le complicanze che il corpo subisce con la maternità.

Gravidanza e chirurgia plastica    

Se si tratta di mastoplastica additiva le parole del dottor Carlo Magliocca, medico chirurgo specializzato in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica e attuale presidente della S.I.C.P.R.E. (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica) sono imprescindibili: «La gravidanza può in qualche modo influenzare il risultato estetico. Il mio concetto di estetica è basato su eleganza, naturalezza e proporzione. – prosegue il chirurgo – Cerco sempre di evitare gli eccessi. Anche in caso di chirurgia additiva vanno sempre mantenute le proporzioni armoniche del corpo». Per concludere Magliocca, suggerisce: «Reggiseno sempre. Persino alle donne in gravidanza, consiglio l’utilizzo di un reggiseno contenitivo. Almeno fino al terzo mese di gestazione, per contenere il più possibile forma e dimensioni del seno». 

Un altro intervento suggerito alle donne in gravidanza viene spiegato dal dottor Agostino Bruno, chirurgo plastico, ricostruttivo ed estetico di Roma: «Il mommy makeover è un intervento volto a migliorare sia esteticamente che a livello funzionale i distretti corporei che hanno risentito negativamente della gravidanza» spiega il chirurgo. Questo intervento, che può durare fino a sei o sette ore, agisce su tre macro aree: il dorso, la mastoplastica e la chirurgia dell’addome. 

La diastasi

La diastasi, invece, può essere una conseguenza del parto e provoca il distaccamento dei retti addominali. «Avere una diastasi post gravidica – spiega il dottor Alessio Caggiati, specializzato in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica – è assolutamente normale. La diagnosi, infatti, avviene almeno dopo un anno».  Nel trattamento di questa patologia non conta solo l’intervento chirurgico: sono importanti sia la prevenzione che il percorso post-operatorio. La diastasi si può contenere con la ginnastica pre-parto, aiutando le donne in gravidanza a usare e rinforzare i muscoli retti. Se, però, c’è una predisposizione alla lassità dei tessuti, anche un programma di prevenzione può fallire. Esistono, però, prodotti che possono aiutare la riabilitazione, come le guaine per addominoplastica.

In gravidanza, ad esempio, è opportuno indossare indumenti premaman che contengano l’addome e non permettano ai muscoli di separarsi. Anche le creme idratanti sono importanti perché migliorano l’elasticità della pelle, anche se non sono direttamente collegate alla prevenzione per la diastasi. Per mantenere il tono muscolare, invece, si consigliano degli esercizi specifici. «Ci sono pazienti informate – precisa il dottor Daniele Bollero chirurgo plastico che opera su Torino – che appena sono in gravidanza mi chiamano perché conoscono il problema». Altre donne, invece, capiscono che il loro addome sta cambiando e cercano informazioni sul web, imbattendosi in gruppi social che si occupano di divulgazione, come Diastasi Donna per cui abbiamo intervistato la presidente Elena Albanese. In questo modo iniziano a conoscere la patologia.

In caso di gravidanza, quando la parete addominale subisce un forte stress, la fascia addominale può avere un cedimento anche temporaneo. «Un altro fattore scatenante – continua il dottor Caggiati – è l’abuso di attività fisica durante l’ultimo trimestre di gravidanza». Nella prima fase, infatti, è consigliato fare sport perché non c’è stress per la parete addominale. Ma nell’ultimo periodo è sconsigliato esasperare l’attività fisica perché esiste già uno stress della parete dovuto a un volume gravidico importante.

Tumore al seno in gravidanza

 «Il tumore alla mammella è sempre un fulmine a ciel sereno nella vita di una donna – spiega Marco Bernini, chirurgo generale senologo presso l’Ospedale Careggi di Firenze – e l’impatto emotivo viene acuito ancora di più durante la gravidanza». In questo momento cambiano sia le diagnosi che le terapie. Ad esempio si consiglia di effettuare un’ecografia, che non ha nessuno effetto collaterale, e un esame istologico per avere una certezza diagnostica. «Anche la risonanza può essere effettuata in gravidanza perché le onde elettromagnetiche non hanno effetti nocivi» continua il senologo.

«Nei casi di tumore alla mammella in gravidanza ci troviamo difronte a bivi e scelte complesse – continua Bernini – soprattutto durante il primo trimestre». Un tumore piccolo e allo stadio iniziale diagnosticato nel primo trimestre, può essere operato chirurgicamente e si può scegliere di ritardare le terapie a uno stadio successivo. Ciò, però, accade in rari casi.

«Dal secondo trimestre in poi la situazione è un po’ più semplice – precisa Bernini –  perché è possibile fare la chemioterapia con dei protocolli adatti per la gravidanza». Giunti al terzo trimestre, è possibile anticipare il parto facendo un intervento combinato composto dal cesareo e dall’operazione per rimuovere il tumore al seno. 

«Una donna guarita dal tumore può tornare ad avere figli e allattare» spiega Bernini. Ci sono possibilità di rimanere incinta sia dopo l’intervento che dopo aver intrapreso le cure mediche. «Nella regione Toscana è garantita la crioconservazione degli ovociti a tutte le donne sotto i 42 anni che hanno un tumore» continua il chirurgo. Non tutte le donne rischiano l’infertilità dopo le cure, ma questa procedura rappresenta un’occasione per non dover rinunciare alla maternità.

«Noi medici dobbiamo proporre questa alternativa – conclude Bernini – per non far perdere alle donne un’occasione così importante per la loro vita».

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