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Personale sanitario

Infermieri oncologici in senologia: l’evoluzione della cura

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«Questi cambiamenti promettono di portare una rivoluzione nell’ambito infermieristico nei prossimi anni»

Nell’ambito della senologia, una disciplina che si occupa della diagnosi e della cura delle patologie mammarie, gli infermieri oncologici rivestono un ruolo centrale. In questa intervista, Marisa Beltramo, Coordinatrice del Centro Accoglienza Servizi dell’Ospedale di Biella, e Maria Teresa Rinarelli, Coordinatrice del Gruppo di Studio degli Infermieri della Rete Oncologica, condividono la loro esperienza e visione sul ruolo degli infermieri oncologici nell’evoluzione della cura in oncologia, tema dell’ottavo congresso Infermieristico Rete Oncologica dal titolo “Una nuova sfida: l’evoluzione della cura in oncologia tra complessità e continuità”.

Le patologie oncologiche diventano croniche

«La patologia oncologica è ormai considerata una patologia cronica – afferma Beltramo – quindi i pazienti affetti da queste patologie richiedono una cura prolungata nel tempo. L’introduzione dell’immunoterapia ha reso possibile un follow-up di parecchi anni, mantenendo una buona qualità della vita per i pazienti». Tuttavia, questo ha portato a una crescente complessità dovuta alla cronicità e alla necessità di una continuità nella cura tra ospedale e territorio. «Spesso i pazienti affetti da tumore sono avanti infatti con l’età e hanno i bisogni tipici dei pazienti cronici – entra nel merito Beltramo – per cui la patologia oncologica va a sommarsi ad altre patologie croniche, necessitando la creazione di una rete tra presidi territoriali e struttura ospedaliera».

In un panorama così complesso diventa essenziale la figura dell’infermiere. Con  una popolazione che invecchia anche la normativa necessita una revisione con l’istituzione di figure che fino a un po’ di tempo fa non esistevano come ad esempio gli infermieri di famiglia e di comunità.

«Posso pensare che nei prossimi dieci anni ci sarà una rivoluzione in ambito infermieristico proprio per far fronte a questa sfida e rispondere ai bisogni della società che cambia», prosegue Beltramo.

Marisa Beltramo, Coordinatrice del Centro Accoglienza Servizi dell’Ospedale di Biella

Ma non è tutto rose e fiori e la disaffezione nei confronti della professione è alta, come afferma Beltramo:«Tutto questo sta portando una profonda riflessione nella Federazione degli ordini della professione infermieristica, su quello che potrebbe essere il possibile futuro dell’infermiere per far di nuovo innamorare le persone di questa professione», modificando anche il percorso universitario rendendolo più stimolante e con maggiori possibilità di carriera.

Non solo specializzazione, ma anche educazione 

Maria Teresa Rinarelli, Coordinatrice del Gruppo di Studio degli Infermieri della Rete Oncologica,

Per approfondire la professione infermieristica si entra nello specifico delle Breast Unit: «Le unità di senologia sono multidisciplinari e coinvolgono vari professionisti, tra cui chirurghi senologi, radiologi, oncologi medici, radioterapisti, chirurghi plastici e data manager – entra nel merito Rinarelli – Gli infermieri oncologici agiscono come anello di congiunzione tra questi professionisti, garantendo un coordinamento efficace della cura. Posseggono competenze specializzate che includono la conoscenza approfondita della patologia mammaria e la capacità di educare i pazienti sulla propria condizione e sulle opzioni di trattamento».

L’infermieristica oncologica è in costante evoluzione per adattarsi alle crescenti esigenze dei pazienti. «Si stanno considerando nuovi modelli di formazione, tra cui infermieri generalisti e infermieri magistrali con competenze avanzate in ambito clinico – prosegue Beltramo – Questi cambiamenti mirano a colmare la carenza di personale e a offrire una cura più personalizzata ai pazienti».

Gli infermieri per la rete, la rete per gli infermieri

La rete è fondamentale specialmente nell’ambito dell’infermieristica oncologica. Gli infermieri della rete oncologica condividono valori comuni, tra cui la qualità della comunicazione, la presa in carico del paziente, il dialogo, la solidarietà, la dignità, la sostenibilità e la formazione. «Fare rete significa mettere il paziente al centro del percorso di cura, coinvolgendo un team multiprofessionale – prosegue Rinarelli – La rete oncologica favorisce la condivisione di esperienze e la ricerca di soluzioni per affrontare le sfide quotidiane nell’assistenza ai pazienti».

Gli studi dimostrano che la presenza degli infermieri in senologia migliora significativamente il decorso della malattia e la qualità di vita dei pazienti. Gli infermieri forniscono un sostegno empatico, ascolto attento e informazioni rilevanti ai pazienti e alle loro famiglie. Questo rapporto di fiducia è fondamentale per garantire una cura completa e di alta qualità.

Le unità di senologia, grazie all’approccio multidisciplinare, migliorano la qualità di vita dei pazienti, affrontando non solo gli aspetti fisici ma anche quelli sociali e psicologici della malattia. «Gli infermieri in senologia fungono da punto di riferimento per i pazienti, fornendo loro un supporto costante in ogni fase del percorso di cura», sottolinea Rinarelli.

L’evoluzione dell’infermieristica per affrontare le sfide future

L’infermieristica oncologica sta attraversando una fase di riforma per adeguarsi alle esigenze dei pazienti e alle nuove realtà dell’assistenza sanitaria. «L’obiettivo è rendere la professione infermieristica più attraente e competente, garantendo una cura di alta qualità per i pazienti oncologici. – rimarca Beltramo – Questi cambiamenti promettono di portare una rivoluzione nell’ambito infermieristico nei prossimi anni».In conclusione gli infermieri svolgono un ruolo essenziale nella senologia e nei reparti oncologici, contribuendo in modo significativo alla cura e al benessere dei pazienti. «La multidisciplinarietà e la rete sono fondamentali per garantire una cura completa e di qualità – chiude Rinarelli – mentre l’evoluzione dell’infermieristica punta a preparare gli infermieri alle sfide future nell’ambito oncologico».

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