Connect with us

Medici Chirurghi

Cure palliative e oncologia: un approccio integrato e umano

Published

on

Nel contesto delle cure oncologiche, il ruolo degli hospice e della medicina palliativa è in continua evoluzione. Il dottor Giovanni Moruzzi, oncologo, responsabile dell’Hospice dell’Ospedale di Siracusa con oltre trent’anni di esperienza nel campo delle cure palliative, sottolinea l’importanza di un approccio integrato che consideri non solo gli aspetti clinici, ma anche il benessere psicologico sociale e spirituale dei pazienti. Attualmente responsabile dell’hospice dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa e presidente dell’associazione CIAO (Centro Interdisciplinare di Ascolto Oncologico), il dottor Moruzzi lavora di più di sedici anni per offrire supporto alle persone che affrontano malattie oncologiche in fase avanzata.

Il ruolo degli hospice nelle cure oncologiche avanzate

dottor Giovanni Moruzzi, oncologo, responsabile dell’hospice dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa e presidente dell’associazione CIAO (Centro Interdisciplinare di Ascolto Oncologico)

Secondo il dottor Moruzzi, il ruolo degli hospice sta cambiando profondamente.

«L’oncologia oggi offre sempre più risposte in termini di controllo della malattia, anche per patologie che fino a pochi anni fa erano considerate inguaribili, con una prognosi brevissima. Di conseguenza, il ruolo degli hospice si sta evolvendo, diventando non solo un luogo di accompagnamento, ma anche un punto di riferimento per il supporto e il sostegno, in parallelo con le cure oncologiche e le strutture specializzate».

L’approccio multidisciplinare delle cure palliative consente di affiancare le terapie oncologiche tradizionali con un supporto che va oltre la dimensione medica, includendo anche il benessere psicologico, sociale e spirituale del paziente.

L’integrazione della medicina palliativa con l’oncologia

La medicina palliativa si integra con le altre discipline attraverso un approccio etico e umano: «Ha sicuramente un approccio che guarda molto al futuro, cercando di offrire prospettive non solo sotto il profilo tecnico, ma anche sotto quello umanistico».

Questa integrazione è fondamentale per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti, combinando trattamenti efficaci con un’attenzione particolare alle loro esigenze emotive e relazionali.

Per il dottor Moruzzi, la medicina non può essere ridotta a una semplice scienza. La conoscenza scientifica e quella umanistica condividono un elemento fondamentale: il dubbio.

«Spesso sottolineo come la conoscenza scientifica e quella umanistica abbiano dei termini comuni, uno dei quali è, banalmente, la parola ‘non so’. Questo non sempre è ciò che coniuga la conoscenza scientifica con quella umanistica, permettendo di comprendere la persona nei suoi aspetti più complessi. Pensare che le due cose siano separate significa non cogliere l’essenza della medicina».

Le sfide dell’assistenza in hospice

Uno degli ostacoli più grandi nel lavoro in hospice è il confronto con una società che tende a evitare i temi della sofferenza e della morte: « Fuori dagli hospice, non si può parlare di sofferenza, non si può parlare di morte, non si può parlare di ferite, né di elaborazione delle perdite. All’interno dell’hospice, invece, questi sono argomenti quotidiani».

La comunicazione in un contesto così delicato deve avvenire con sostenibilità e attenzione, affinché i pazienti e i loro cari possano affrontare il percorso con maggiore consapevolezza e serenità. «È fondamentale accompagnare le persone che sono smarrite, sia il malato che la famiglia, perché nelle cure palliative entrambe rappresentano un’unica unità di sofferenza. Bisogna aiutarli a comprendere ciò che il mondo, fino a quel momento, ha in qualche modo negato. Se vogliamo, l’aspetto più difficile è riuscire a tenere per mano le persone e far comprendere loro gli aspetti che più ci appartengono come esseri umani».

Comunicare le cure palliative: un dialogo essenziale

Spesso il termine “cure palliative” viene frainteso, associato erroneamente a una rinuncia alle cure. In realtà, come spiega il dottor Moruzzi, si tratta di un approccio attivo: «Le cure palliative sono innanzitutto cure attive, quindi interventi mirati a rispondere ai bisogni del paziente. Si affrontano le problematiche, non solo della malattia, ma anche dei bisogni informativi e comunicativi delle persone».

Un aspetto particolarmente toccante del lavoro in hospice è il legame che si crea con le famiglie, che spesso tornano anche dopo la perdita.

«Questo ci restituisce tantissimo. Il feedback che riceviamo dai familiari, che in qualche modo ci restituiscono una percezione del nostro operato, è fondamentale. Molti, anche a distanza di anni, tornano in hospice nel giorno in cui hanno perso il loro caro, come se stessero rendendo omaggio a un luogo sacro. Questo per noi è una restituzione straordinaria».

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Copyright © 2022 Revée News. Periodico di informazione sul mondo Chirurgia e del Benessere | Registrazione Tribunale di Torino n. 21 il 17/10/2023 |
Direttore responsabile Debora Pasero | Edito da REVEE SRL - corso Quintino Sella, 131 - Torino C.F. 10818580010
Design by Scoprinetwork srl