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Medici Chirurghi

La professione del chirurgo tra mediazione e informazione

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La preparazione dell’intervento chirurgico è un rituale. Sarah Calabrese, chirurgo plastico presso l’Unità degli Ospedali Civili di Chirurgia plastica di Brescia, racconta l’importanza dei gesti quotidiani e dell’informazione nell’ambito della chirurgia.

Il rituale: la preparazione del chirurgo

Sarah Calabrese, chirurgo plastico presso l’Unità degli Ospedali Civili di Chirurgia plastica di Brescia

«Prima di ogni intervento c’è una routine – spiega Calabrese – che si può chiamare rituale». Si inizia con la valutazione del paziente, segue il controllo della sede chirurgica e lo studio delle immagini pre-operatorie. «Ognuno ha un suo modo per farlo – spiega la dottoressa – e c’è anche un po’ di scaramanzia».

Quando il paziente è pronto, passa nelle mani dell’anestesista. «Noi chirurghi abbiamo qualche minuto da trascorrere in sala relax con il resto dell’equipe» racconta Calabrese. In quei momenti si studia ancora ogni minimo dettaglio prima dell’intervento. «Io fisso gli occhiali con dei cerotti – spiega la dottoressa – sistemo i capelli e procedo a lavarmi le mani».
Anche il paziente viene disinfettato: «Alcuni colleghi lo fanno sempre nello stesso modo – spiega la dottoressa – e diventa un gesto elegante».

Chirurgia plastica: ricostruttiva ed estetica

Dopo la preparazione il chirurgo è pronto per andare in sala operatoria. «Tutti gli interventi hanno una loro complessità» spiega la dottoressa. Infatti, la chirurgia plastica permette di operare sia gli inestetismi che le patologie. «Esistono tanti interventi di chirurgia plastica – precisa Calabrese – che non hanno una motivazione solo estetica». Basti pensare alla chirurgia post-traumatica o per ustionati o anche all’asportazione di tumori. Grazie alle tecniche della chirurgia plastica, infatti, è possibile ricostruire qualsiasi area del corpo rendendone l’applicazione sempre più vasta.

«Il sollievo e la felicità del paziente dopo un intervento – continua la dottoressa – mi colpiscono sempre moltissimo». Sia che si tratti di un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva come la correzione dell’entropion, o di chirurgia plastica estetica come una mastoplastica riduttiva. La soddisfazione del paziente rappresenta il traguardo del chirurgo.

La mediazione del chirurgo

«Fare una visita – precisa Calabrese – non è come andare al supermercato a comprare dei trattamenti». È importante che il chirurgo faccia una valutazione per poi fornire le corrette indicazioni. Possono servire diverse visite per spiegare al paziente cosa può ottenere dall’intervento e quale sarà il percorso post-operatorio. «Deve essere conscio dei rischi di complicanze» aggiunge la dottoressa, in modo da affrontare con consapevolezza e tranquillità l’intervento.

«È fondamentale creare un buon rapporto con il paziente – continua la dottoressa – e guidarlo nella scelta, mostrandogli le giuste informazioni». Esse devono essere chiare, semplici e non travisabili. «Anche io ho iniziato a mettere qualche consiglio online – spiega Calabrese – che può ridurre gli infortuni domestici». Il web, infatti, è sempre di aiuto alla divulgazione ma deve essere usato in modo corretto.

Informazione, fiducia e ascolto aiutano a instaurare un legame duraturo con chi si deve operare, andando al di là di ogni pregiudizio. «Alcuni pazienti hanno una preferenza nei confronti del chirurgo – continua la dottoressa – ma come persona, perché si legano al modo di fare e all’avergli dato fiducia». Negli ultimi anni la presenza femminile nell’università medica è evidente. «La nostra equipe è composta quasi esclusivamente da donne – conclude la dottoressa – i pazienti non si stupiscono più di trovare un medico donna dietro alla scrivania».

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