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Chirurgia bariatrica: dal corpo alla mente

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Published
11 mesi agoon
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Redazione«La mano di un buon chirurgo, in chirurgia bariatrica, non è ancora sostituibile».
Il dottor Rosario Ranno, direttore dell’Unità Operativa Complessa Grandi ustioni, Consigliere nazionale SICPRE (Società italiana di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva), componente del Collegio Nazionale di Chirurgia plastica e chirurgo presso l’ospedale Cannizzaro di Catania, racconta quanto sia importante che il paziente comprenda a fondo tutte le implicazioni e le conseguenze dell’intervento di chirurgia post-bariatrica.
«La chirurgia bariatrica non è chirurgia estetica» spiega Ranno. «L’aumento spropositato dei volumi di tessuto adiposo altera profondamente i rapporti tra le varie parti del corpo» continua il chirurgo. Per questo motivo le tecniche del ripristino dei volumi della chirurgia estetica non sono applicabili al 100% alla chirurgia post-bariatrica. «Le cicatrici nella post-bariatrica fanno parte del gioco» continua Ranno, e il paziente deve essere consapevole di tutti i rischi e delle complicanze legate all’intervento. Per questo motivo è necessario rivolgersi ai centri per l’obesità composti da psicologi, nutrizionisti, endocrinologi, obesologi e chirurghi generali. «L’obesità è una malattia grave che coinvolge tutti gli organi – spiega il chirurgo – dalla quale è quasi impossibile guarire ma si può tenere sotto controllo». Quando il paziente inizia il percorso presso il centro, è necessario capire quale terapia sia in grado di farlo rientrare nei volumi: «Si decide a priori quale sia il peso accettabile, collegato alla struttura fisica e allo stato di salute» precisa Ranno.
Successivamente si sceglie se continuare la terapia medica o se si può procedere con l’intervento chirurgico. «Ad esempio si possono effettuare operazioni di chirurgia generale come la Sleeve o il Mini Bypass – continua il chirurgo – raggiunto il peso definito accettabile, e se il paziente ha raggiunto una maturità psicologica, si può rivolgere al chirurgo per integrare le aree particolarmente colpite». Si può agire sull’addome, seno, braccia e cosce e dove è possibile si fanno anche interventi di torsoplastica: «Gli interventi vanno fatti uno alla volta perché ognuno ha le proprie complicanze» continua il chirurgo.
Dopo l’operazione ci vogliono dai sei agli otto mesi per la stabilizzazione. «Il ripristino delle forme è un intervento complesso e non può essere ripetuto, – precisa Ranno – non c’è niente di preordinato, in questo modo si dà al paziente tutto ciò di cui ha bisogno» precisa il chirurgo.
Oltre all’operazione, i chirurghi si occupano anche dell’aspetto psicologico: «Dobbiamo capire se quello che ci viene richiesto è realmente la soluzione al problema». Durante tutto il percorso, infatti, il paziente viene seguito da uno psicologo anche per affrontare l’operazione chirurgica: «Quando vengono effettuati interventi di Sleeve o Mini Bypass – continua Ranno – i pazienti devono essere pronti ad affrontare tutti i sacrifici a essi collegati». Ad esempio, una buona parte dei pazienti obesi è anche diabetica: «è una disfunzione che il tessuto adiposo ha creato in quella persona, e nel momento in cui viene a ridursi l’obesità sparisce anche il diabete» spiega Ranno.
«La malattia dell’obesità è complessa e grave, e difficilmente si guarisce – spiega Ranno – si può, però, convivere bene e se si ha la forza, la capacità e la comprensione di quelli che sono i sacrifici che bisogna affrontare». Conclude il chirurgo: «Nessuno di noi si sogna di iniziare un percorso di ricostruzione post-bariatrica in un paziente che non ha ancora capito realmente tutte le conseguenze e le implicazioni».
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