Pagine di chirurgia
La diastasi addominale: un libro per fare chiarezza
C’è una patologia diffusa, spesso sottovalutata, che coinvolge circa l’80% delle donne dopo una gravidanza e una parte, più piccola ma significativa, di uomini. Si chiama Diastasi dei muscoli retti dell’addome ed è il tema al centro del nuovo libro curato dal dottor Daniele Bollero, chirurgo plastico torinese con oltre venticinque anni di esperienza ed edito da Griffin editori.
Un volume scientifico, ma con una forte vocazione divulgativa, pensato per offrire strumenti concreti non solo ai colleghi – fisiatri, ostetrici, ecografisti, nutrizionisti, chirurghi generali – ma anche alle pazienti e ai pazienti che vivono questa condizione troppo spesso confusa con un semplice inestetismo.
«La diastasi è una patologia che esiste da sempre, ma solo negli ultimi anni ha trovato spazio nel dibattito medico e pubblico – racconta Bollero -. Una volta, dopo la gravidanza, il corpo femminile veniva nascosto sotto abiti larghi e ruoli familiari che lasciavano poco spazio alla cura di sé. Oggi le donne vogliono sentirsi ancora attive e attraenti, anche dopo i quarant’anni. E questa maggiore attenzione ha permesso di portare alla luce qualcosa che c’era da sempre».
Comunicare la diastasi tra medicina e consapevolezza

Nel suo libro, il dottor Bollero definisce la diastasi come “una ferita che non si rimargina”. Una definizione che racchiude un concetto importante: non esiste una “guarigione totale”, nemmeno con l’intervento chirurgico.
«L’obiettivo non è azzerare la distanza tra i muscoli retti – spiega – ma riportarla entro i limiti fisiologici, sotto i due centimetri. È fondamentale che i pazienti capiscano questo: anche dopo un’operazione perfettamente riuscita, non si torna a uno “zero assoluto”».
Per questo motivo, nel volume si insiste molto sull’informazione. «Un paziente informato è un paziente soddisfatto», ribadisce Bollero. Il libro vuole offrire una visione a 360 gradi del problema, spiegando le differenze tra approcci chirurgici, i percorsi non invasivi e il ruolo delle figure di supporto. «Non tutti devono operarsi – sottolinea – e in molti casi fisioterapia, esercizio mirato e valutazione ecografica possono essere già un ottimo inizio.»
Uno dei punti chiave del progetto editoriale è proprio la creazione di una rete tra professionisti, che parli la stessa lingua. «Oggi troppo spesso ginecologi, fisioterapisti e chirurghi si muovono in modo disgiunto. E invece servono sinergie: la paziente va seguita nel tempo, dall’ecografia diagnostica fino alla riabilitazione post-operatoria, quando necessaria. Serve una guida comune, basata su evidenze scientifiche e esperienza clinica».
La necessità di un accesso equo alle cure
Un altro nodo importante riguarda l’accesso alle cure: non tutte le regioni italiane riconoscono la diastasi come patologia da trattare con il Servizio Sanitario Nazionale, creando disuguaglianze. «È un aspetto che andrà affrontato con decisione – aggiunge Bollero – ma intanto è necessario che professionisti e pazienti inizino a confrontarsi sulla base di una corretta informazione.»

Il volume, che ha già ottenuto una diffusione capillare anche grazie ai social, si rivolge dunque a più pubblici contemporaneamente. «Ci sono pazienti sempre più informati, che vogliono capire davvero cosa succede al loro corpo – spiega Bollero – e ci sono fisioterapisti, ostetrici, medici di base che vogliono dire le cose giuste ai loro pazienti. Per questo abbiamo inserito anche capitoli dedicati alla comunicazione, ai social, e citato i gruppi come Diastasi Italia e Diastasi Donna, che svolgono un lavoro importante di ascolto e condivisione.»
Un libro, insomma, che vuole essere anche un messaggio di pace tra colleghi, spesso divisi da logiche di competizione. «La chirurgia plastica e quella generale non devono essere contrapposizione – conclude Bollero – ma trovare un linguaggio comune. E solo così potremo davvero aiutare le persone che si affidano a noi.»
In attesa di una versione più divulgativa dedicata esclusivamente ai pazienti – e di un nuovo libro, già in lavorazione, sulla medicina estetica – il progetto di Bollero rappresenta un passo importante per portare la diastasi fuori dall’ombra, costruendo consapevolezza, rete e cultura della cura.
