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AICPE: informazione vs fake news

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«Contrastare le fake news è impossibile, ma si può fare corretta informazione grazie all’esperienza».

Il dottor Claudio Bernardi, chirurgo plastico e presidente dell’AICPE, Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, spiega l’importanza di fornire una corretta informazione sulla chirurgia plastica estetica, dando delle linee guida che illustrino come mantenere uno standard qualitativo alto delle prestazioni, senza dimenticare l’importanza del codice etico.

AICPE: creare un ambiente dedicato alla chirurgia estetica

«L’AICPE è una società scientifica nata nel 2011 – spiega Bernardi – per colmare la carenza di una società di chirurgia estetica che in altri paesi era già presente». L’esigenza è nata dal fatto che la chirurgia plastica estetica, pur essendo una branca della chirurgia plastica, è un’ulteriore specializzazione che si occupa, in maniera specifica, di tutto quello che è il campo della chirurgia estetica. «C’è bisogno di un aggiornamento continuo – precisa il presidente dell’AICPE – perché negli ultimi 30-40 anni è stata una branca in continua evoluzione». Ed è proprio questo il motivo principe per cui è stata fondata l’associazione. 

«Chi esce da una scuola di specializzazione, per quanto formato – continua Bernardi – può avere una visione generale dell’aspetto della chirurgia plastica ricostruttiva, ma meno specifica di quello della chirurgia estetica». Creare un ambiente che accoglie i chirurghi che vogliono dedicarsi a questo aspetto peculiare della chirurgia plastica, è stata una delle ragioni che hanno spinto i chirurghi a fondare l’AICPE.

 «Anche mantenere standard elevati di qualità delle prestazioni è possibile  – continua il chirurgo –  tramite un aggiornamento costante, lo scambio culturale, le esperienze, i congressi e i corsi». I webinar, ad esempio, sono un ottimo modo per mantenersi in allenamento anche dal punto di vista intellettuale.

Fake news e banalizzazione della chirurgia

«Contrastare le fake news era difficile già con un giornale stampato – precisa il presidente AICPE – perché era impossibile poter replicare immediatamente a un articolo che, magari, poteva evidenziare degli aspetti non chiari della chirurgia». Un esempio sono i lifting della pausa pranzo, cioè operazioni che vengono banalizzate nonostante siano dei veri e propri interventi chirurgici. 

Al giorno d’oggi con migliaia di follower attivi e numerosi influencer diventa ancora più complesso contenere il fenomeno delle fake news. «Non possiamo rettificare ogni notizia non corretta» spiega Bernardi. In quest’ottica è necessario tenere un comportamento corretto anche in ambito digitale, come prescritto nel codice dell’AICPE. Infatti, per entrare a far parte di questa associazione, non bisogna solo possedere requisiti professionali, ma è necessario sposare il codice etico.

L’AICPE ha a cuore la corretta divulgazione e lavora per diffondere informazioni giuste e attendibili. «Bisogna parlare dei rischi connessi agli interventi, – conclude Bernardi – e anche parlare degli obiettivi che si possono raggiungere senza modificare completamente il viso di una persona».

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