Medici Chirurghi
La voce della transizione
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1 anno agoon
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Redazione«I miei pazienti non dicono di avere un corpo sbagliato, ma un vestito sbagliato». Il professor Andrea Luigi Cavalot, otorino, e Direttore della Struttura di Otorinolaringoiatria e Direttore dell’Area Chirurgica dell’Asl TO5, l’unico centro in Italia che, ad oggi, opera pazienti transgender che vogliono cambiare la propria voce.
L’intervento alle corde vocali
Occuparsi del cambio di voce per Cavalot è stato accettare una sfida: «Un giorno, il mio ex Direttore delle Molinette, mi ha chiesto di occuparmi dei pazienti che cambiavano sesso ma mantenevano una voce maschile». Il professore dopo avere studiato con cura una tecnica di intervento messa a punto da un medico giapponese, ha apportato le modifiche necessarie affinché le complicanze fossero quasi nulle.

«Tutti pensano che con questo intervento si lavori sulle corde vocali – spiega il professore – in realtà opero sul contenitore delle corde vocali». Infatti, l’operazione consiste nel piegare “a fisarmonica” la membrana che si trova tra la cartilagine tiroidea e quella cricoidea, evitando di sezionarla.
«Ciò che non mi convinceva dell’intervento del medico giapponese, – continua Cavalot – è che sezionando la membrana c’era un alto rischio di sanguinamento e di fughe d’aria che facevano gonfiare il paziente».
Inoltre, grazie a questa modifica, l’operazione può essere reversibile: «Proprio perché reversibile questo intervento si può fare all’inizio del percorso di transizione, a differenza del cambio di sesso – spiega Cavalot – Si possono utilizzare le tecniche inverse per tornare alla situazione iniziale, anche se nessuno me lo ha mai chiesto».
Il cambiamento inizia dalla voce
«L’operazione si può fare dopo aver iniziato la terapia ormonale» spiega Cavalot. I risultati dell’intervento sono più evidenti nelle transizioni da maschile a femminile. La terapia ormonale, invece, produce maggiori risultati nel percorso di transizione da femminile a maschile. Il testosterone aumenta la massa della corda vocale, abbassando dunque il tono della voce.
Questo intervento è passato dal SSN e rientra nei LEA, cioè i Livelli Essenziali di Assistenza. «L’unica operazione che non viene riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale è la chirurgia esclusiva sul modellamento del pomo – continua il professore – perché è una chirurgia puramente estetica».
Un’eccellenza piemontese
La Struttura di Otorinolaringoiatria dell’Asl TO 5, di cui Cavalot è direttore, è rimasta l’unica struttura pubblica in Italia dove si eseguono questi tipi di intervento. Il professor Cavalot ha operato oltre 500 pazienti presso l’azienda sanitaria torinese e ormai le liste d’attesa si sono allungate anche a causa del Covid. Il lavoro che sta portando avanti Cavalot e la sua equipe ha aperto nuovi orizzonti ed è in continua evoluzione, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei pazienti transgender.
«Alcune persone, soprattutto al di fuori di questo ambiente, non capiscono perché faccio questo intervento» precisa Cavalot. «Mi dicono che non dovrei usare delle risorse pubbliche per fare questa operazione – conclude il professore – ma non sanno che il più delle volte cambiare la voce non è uno sfizio, ma è un’esigenza».
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