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Palpebre, quando intervenire: l’oculoplastica tra funzione ed estetica

Il volto racconta la nostra storia. E spesso sono gli occhi – e le palpebre – a rivelare più di ogni altra parte ciò che il tempo, la genetica o le malattie hanno inciso. Lo sa bene il dottor Alberto Mario Capretti, chirurgo plastico e dirigente medico presso la Fondazione IRCCS Ca’Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che da oltre trent’anni si occupa di chirurgia palpebrale, con particolare attenzione alle problematiche funzionali e oncologiche.
«Il mio percorso è iniziato nel 1988 -racconta-quando, ancora studente, frequentavo il Centro grandi ustionati diretto dal professor Luigi Donati. Lì ho affrontato le prime ricostruzioni palpebrali su pazienti ustionati e negli esiti cicatriziali. Da subito, questa branca della chirurgia mi affascinò in modo particolare».
Da allora, l’interesse per l’oftalmoplastica – oculoplastica – si è ampliato. Oggi, il dottor Capretti lavora in tre strutture ospedaliere e ha sviluppato tecniche personali, come l’approccio combinato con lateral tarsal strip (tecnica chirurgia che consiste nel rimodellare e accorciare il bordo palpebrale), cantotomia (incisione dell’angolo esterno dell’occhio dove le palpebre si incontrano) e cantoplastica (serve a ricostruire e rinforzare l’angolo dell’occhio) per trattare con successo condizioni come l’ectropion (la palpebra di solito quella inferiore si ripiega verso l’interno) e l’entropion (la palpebra si ripiega verso l’esterno).
«I pazienti recuperano rapidamente la funzionalità della palpebra e migliorano la qualità della loro visione, con la guarigione dell’epifora (ndr. l’eccessiva lacrimazione) e delle congiuntiviti ricorrenti».
Un’area delicata, un impatto fondamentale

Le palpebre hanno un ruolo essenziale nella protezione e nella lubrificazione dell’occhio: mantengono l’occhio sano, lo proteggono dalle condizioni atmosferiche, permettono una corretta lubrificazione e il deflusso del film lacrimale.
Tuttavia, sono soggette a numerose patologie, sia congenite sia acquisite. Alcune, come la ptosi congenita, richiedono interventi precoci in età pediatrica per evitare problemi di sviluppo visivo. Altre, invece, emergono con l’età.
Le prime, presenti alla nascita, rappresentano circa il 3-7% delle malformazioni facciali e comprendono, tra le altre, il coloboma palpebrale (assenza di una parte della palpebra), la ptosi congenita (abbassamento della palpebra che compromette lo sviluppo visivo), e condizioni legate a sindromi genetiche come Down o Franceschetti.
«Tutte queste condizioni – spiega il medico – possono essere corrette chirurgicamente in età pediatrica, con ottimi risultati se si interviene tempestivamente».
Ma la casistica più ampia riguarda le patologie acquisite, in netta crescita con l’avanzare dell’età. La loro gestione richiede una valutazione congiunta tra oculisti e chirurghi plastici.
Tra queste vi sono la blefarocalasia, che consiste in un eccesso di pelle della palpebra superiore e può ridurre il campo visivo e creare difficoltà alla guida, alla lettura o alla visione televisiva. Ci sono poi la ptosi senile, ovvero la caduta della palpebra che ostacola la visione; l’ectropion, che comporta l’eversione della palpebra inferiore con conseguente esposizione dell’occhio e lacrimazione; e l’entropion, caratterizzato dall’introflessione della palpebra e delle ciglia verso il bulbo oculare, con rischio di abrasioni corneali.
«In tutti questi casi – aggiunge il chirurgo – La correzione chirurgica viene eseguita mediante un intervento ambulatoriale in anestesia locale oppure in day surgery con sedazione e anestesia locale».
Non solo funzione: anche oncologia e invecchiamento
Un altro ambito cruciale è quello oncologico. Il carcinoma basocellulare è il tumore più frequente della palpebra, soprattutto negli anziani. L’approccio chirurgico consente di rimuovere la lesione e, contestualmente, di ricostruire la zona, con attenzione sia alla funzionalità che all’aspetto estetico.
«Le tecniche di asportazione possono essere diverse, ma sempre efficaci da un punto di vista oncologico – sottolinea il chirurgo -. La ricostruzione immediata ha lo scopo di ripristinare sia la funzionalità palpebrale che la cosmetica».
Molto raro è il melanoma: l’1% dei tumori palpebrali può essere sia cutaneo, sia congiuntivale.
«La chirurgia è sempre il primo passo – sottolinea Capretti -. Nei rari casi di melanoma palpebrale o congiuntivale, il trattamento tempestivo può portare anche alla completa guarigione, soprattutto quando si interviene in fase iniziale.»
Non va infine dimenticato l’aspetto estetico. L’invecchiamento palpebrale si manifesta con borse, rilassamento cutaneo e perdita di tono. La blefaroplastica, superiore o inferiore, è uno degli interventi più richiesto in chirurgia estetica: «È l’intervento di chirurgia cosmetica più richiesto in Italia».
Consente di restituire freschezza allo sguardo, anche se non corregge rughe o imperfezioni cutanee. «I risultati cosmetici sono duraturi e permettono di avere uno sguardo giovanile. È un intervento efficace – precisa Capretti -, e dona un aspetto più giovane e riposato, spesso associato a un beneficio funzionale.»
Oculoplastica: visione, salute, bellezza
L’approfondimento del dottor Capretti offre uno sguardo concreto e competente su una branca delicata e specialistica come l’oculoplastica. Dalle sue parole emerge con chiarezza che, quando eseguiti da mani esperte, questi interventi non solo sono efficaci, ma presentano un basso rischio di complicazioni, restituendo al paziente risultati e armoniosi e naturali.

«Oggi la chirurgia oftalmoplastica è in grado di offrire soluzioni efficaci e personalizzate – conclude Capretti -. Anche nei pazienti più anziani, è possibile intervenire in sicurezza. L’età senile non esclude la chirurgia. Insieme agli oculisti, con cui collaboro quotidianamente, ci prendiamo cura di questi pazienti fragili, cercando di restituire loro ciò che è più importante: mantenere o migliorare il visus e la qualità della vita.»
